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Il canto delle idee

Il canto delle idee

Leopardi fra "Pensiero dominante" e "Aspasia"

pp. 164, 1° ed.
978-88-317-9837-2

Leopardi rifiuta presto le idee innate di Platone, dissolvendo con queste ogni fede nell’assoluto. E tuttavia, di questo stesso principio continua a sentire la seduzione – tentando di sfiorarlo – pur nell’impossibilità di attingerlo. Dentro la riflessione e la scrittura leopardiana permane forte e ineliminabile il fascino di alcune favole platoniche: il mito dell’anima alata del Fedro, quello di Prometeo nel Protagora, e soprattutto il racconto sull’amore che occupa l’intero Simposio. Questo libro cerca le tracce di un Platone accolto e insieme – anche dolorosamente – negato, nello Zibaldone, nelle Operette morali e – soprattutto – nella poesia dei Canti. Platone, definito da Leopardi “il più profondo, più vasto, più sublime filosofo di tutti essi antichi che ardì concepire un sistema il quale abbracciasse tutta l’esistenza”, resta così per lui un punto fermo con cui misurarsi, intrecciandosi con altri temi e autori – fra antichi e moderni – quali Chateaubriand, Montesquieu, il sublime dello Pseudo-Longino e della Bibbia, Epitteto: nella scia di una persistenza e necessità dell’illusione che è figura stessa della persistenza dell’eros, del desiderio.

Autori

 ha insegnato letteratura italiana, critica dantesca, storia della tradizione classica all’Università di Verona. Su Manzoni ha scritto L’esperienza stilistica del Manzoni tragicoErmengarda e il Pirata. Manzoni, dramma epico, melodrammaManzoni e l’esperienza del tragico; per Marsilio ha curato l’edizione di Tutte le poesie e dell’Adelchi. Ha poi pubblicato, fra l'altro, studi su Leopardi (tra cui L’oro di Omero. L’«Iliade», Saffo: antichissimi di Leopardi e L'Achille dei «Canti». Leopardi, «L'infinito», il poema del ritorno a casa) e su Montale (Il Vecchio e il GiovaneIl fiore dell’addio. Leonora, Manrico e altri fantasmi del melodramma nella poesia di MontaleWinston Churchill e il bulldog. La «Ballata» e altri saggi montaliani).
si è laureato all’Università di Verona con una tesi sulla poesia di Giacomo Leopardi (Premio Leopardi - Centro Nazionale di Studi Leopardiani 2008). Ha conseguito il dottorato di ricerca fra l’ateneo scaligero e l’Université de Lausanne. Attualmente svolge attività di ricerca presso l’Università di Verona, dove ha tenuto corsi di Letteratura italiana e di Letteratura italiana moderna e contemporanea. Oltre alla poesia e al pensiero leopardiani (Il canto delle idee. Leopardi fra ‘Pensiero dominante’ e ‘Aspasia’, Marsilio 2009) i suoi interessi di ricerca si rivolgono in particolare alla ricezione dell’Antico fra i moderni (con Giuseppe Sandrini ha curato Gli antichi dei moderni. Dodici letture da Leopardi a Zanzotto, Fiorini 2010), al teatro tragico, alla poesia novecentesca. Ha dedicato saggi anche a Tasso, Foscolo, Sereni, Zanzotto. Collabora con Alias, supplemento culturale de «Il manifesto».