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I puntigli domestici

I puntigli domestici

a cura di
1° ed.
978-88-317-9385-8

Dopo l'uscita sulle scene veneziane della commedia di Pietro Chiari I nimici del pane che mangiano e il suo successo, Goldoni prova a gareggiare con il rivale sullo stesso tema; i servitori che ingannano i propri padroni. Nasce così una commedia (rappresentata a Milano nel 1752), fortemente legata ai vecchi moduli espressivi della Commedia dell'Arte, in cui l'azione drammatica fa da padrona e i caratteri sono modellati sui ruoli dei singoli interpreti, fra i quali spiccano come protagonisti e registi dell'intreccio una perfida e intrigante Corallina (l'attrice MAddalena Marliani) e un generoso e instancabile Pantalone (il famoso Collalto). Di fronte al comportamento ostinato di due nobili (i cognati Ottavio e Beatrice) per un nonnulla pronti ad entrare in lite, i servi (Corallina e Brighella) non fanno altro che attizzare il fuoco dei contrasti e delle incomprensioni; anche l'avvocato di casa, il dottor Balanzoni, invece di giungere a un accomodamento, si adopera per accrescere la loro puntigliosità. Invano Pantalone, il cnfidente dei due nobili, tenta di sanare i disordini interni alla casa affidandosi alla ragione. Alla fine i servi che hanno seminato zizzania vengono scoperti e allontanati, la pace ritorna, ma la ricomposizione finale ha il sapore di una tregua, conclusa in nome della famiglia e del suo onore di fronte al mondo.

Le numerose edizioni settecentesche che s'intersecano l'una con l'altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell'impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie amplissime di memoria e un cospicuo espistolario, hanno impeito fino ad ora che si affrontasse la questione critica delle oepre di Carlo Goldoni. La cultura itliana e internazionale si era rassegnata e accomodata all'ombra della grande, meritoria fatica di Giueppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazinale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall'autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l'evoluzione della singola opera fino al momento in cui l'autore non impone ad essa una fisionomia dfinitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nelal continua e molteplice dinamica dell'interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.

Valentina Gritti insegna filologia della letteratura italiana presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Ferrara; si è occupata di tradizione di testi teatrali e di letteratura rinascimentale, pubblicando, tra l'altro, l'edizione critica della Cassaria in versi di Ariosto.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.