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La spesa pubblica

La spesa pubblica

2° ed.
978-88-317-9356-8

Una voce autorevole ci spiega che cos’è la spesa pubblica, quali sono state e sono le inefficienze, quali i sistemi per controllarla e di quali riforme vi è assoluto bisogno


A dieci anni dall’introduzione dell’euro gli effetti positivi sull’economia del nostro Paese non hanno raggiunto le attese. La crescita economica si è ridotta, restando anche inferiore a quella europea, mentre la correzione delle disfunzioni dell’intervento pubblico non ha dato che parzialmente i frutti sperati, a causa soprattutto dei vincoli frapposti alle riforme. La capacità di assumere decisioni in modo efficiente dipende in ampia misura dal funzionamento del sistema politico, dal tipo di regole elettorali e dall’organizzazione delle istituzioni. Nel 2005 si è ritornati al proporzionale, con regole elettorali diverse per i due rami del Parlamento e un dimezzamento della soglia per la rappresentanza  parlamentare. Il numero dei partiti è aumentato a ventitrè formazioni, di cui undici sono confluite nella maggioranza di governo. Questa frammentazione conduce a continue mediazioni in cui ogni partito cerca di acquisire i massimi vantaggi nel breve periodo. Di conseguenza il controllo del livello e della qualità della spesa pubblica risulta inadeguato. Si produce così un ingente “spreco” di risorse valutato pari a ben 7 punti di pil (circa 100 miliardi di euro) che un sistema politico di tipo tedesco avrebbe consentito di evitare. Anche se l’esperienza dei tre maggiori paesi europei non offre un modello politico univoco da imitare, essa si caratterizza per una minore frammentazione che conduce ad una maggiore efficienza. Se è vero che l’adozione del modello tedesco nella sua interezza richiederebbe una riforma costituzionale difficile da conseguire, l’aumento della soglia d’ingresso al 5% consentirebbe di restare entro i limiti imposti dalla Costituzione esistente. Con questa soglia il numero dei partiti si ridurrebbe drasticamente e le grandi difficoltà che impediscono le riforme potrebbero essere rimosse, consentendo di riprendere un sentiero di crescita in linea con l’Europa.

Franco Reviglio, ordinario di Economia pubblica a Torino, è stato senatore, Ministro delle Finanze (1979-1981) e Ministro del Bilancio e per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (1992-93). Attualmente è editorialista del “Messaggero”. Autore di moltissimi saggi, tra i suoi titoli più recenti: Sanità. Senza vincoli di spesa? (Il Mulino 1999) e Per restare in Europa, (Utet 2006).



Autore

ordinario di Economia pubblica a Torino, è stato senatore, Ministro delle Finanze (1979-1981) e Ministro del Bilancio e per gli interventi straordinari nel mezzogiorno (1992-93). Attualmente è editorialista del “Messaggero”. Autore di moltissimi saggi, tra i suoi titoli più recenti: Sanità. Senza vincoli di spesa? (Il Mulino 1999) e Per restare in Europa, (Utet 2006).