fbpx

Villa dei cani


pp. 256
978-88-317-7803-9

Sopraffatto dagli orrori del passato, un giovane ebreo italiano, reduce dai campi di concentramento, si chiude in totale solitudine nella vecchia villa della sua famiglia, ormai deserta, e trascorre i giorni vagando con la macchina fotografica.

Il protagonista di Villa dei cani fotografa ossessivamente tutto quanto trova di "morto, secco, tormentato", lo ingrandisce, lo contempla a lungo, come se solo l’orrore potesse far da tramite tra lui e la vita. In questo suo mondo compare fortunosamente una ragazza bellissima: anche contro di lei, egli si accanisce in una sorta di drammatico stupro fotografico. Incapace di toccarla e di soddisfare il proprio desiderio, non fa che riprendere immagini di quella carne che vorrebbe possedere e sprofonda in una vera ossessione, "nel disperato tentativo, lui già morto, di tornare nella vita inseguendone e sognandone i meravigliosi sapori, colori e odori in tutto il corpo della ragazza". Quando lei fugge, il giovane esce per la prima volta dalla sua tana e la insegue come un pazzo nel cuore deforme del Gran-Termitaio-Città, invano. Un giorno la ragazza ritorna, e con lei porta un attimo di felicità, la scoperta della possibile, anche se ormai irraggiungibile, bellezza dell’esistenza.

Giorgio Chiesura è nato a Venezia nel 1921, dove vive. Ufficiale durante la guerra, dopo l’8 settembre 1943 si rifiutò di entrare nell’esercito fascista e venne internato per due anni in diversi campi di lavoro tedeschi. Ha pubblicato Non scrivete il mio nome, raccolta di interviste a profughi ungheresi della rivolta del 1956, Sicilia 1943, diario della sua guerra in Sicilia. Nel 1969, La zona immobile ha vinto il Premio Inedito, è stato finalista al Premio Strega e al Premio Trieste e, nella nuova edizione del 1994, finalista al Viareggio, mentre la traduzione negli Stati Uniti, nel 1989 ha ottenuto l’"Italo Calvino Award". Uscito nel 1990 in una diversa versione con il titolo Devozione il libro ha ottenuto il Premio Città del Palladio e il Premio Agordino d’Oro.

Autore

è nato a Venezia nel 1921, dove vive. Ufficiale durante la guerra, dopo l’8 settembre 1943 si rifiutò di entrare nell’esercito fascista e venne internato per due anni in diversi campi di lavoro tedeschi. Ha pubblicato Non scrivete il mio nome, raccolta di interviste a profughi ungheresi della rivolta del 1956, Sicilia 1943, diario della sua guerra in Sicilia. Nel 1969, La zona immobile ha vinto il Premio Inedito, è stato finalista al Premio Strega e al Premio Trieste e, nella nuova edizione del 1994, finalista al Viareggio, mentre la traduzione negli Stati Uniti, nel 1989 ha ottenuto l’"Italo Calvino Award". Uscito nel 1990 in una diversa versione con il titolo Devozione il libro ha ottenuto il Premio Città del Palladio e il Premio Agordino d’Oro.