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L'amante di Lady Chatterley

a cura di
978-88-317-7644-8

Una dimora nobiliare, un capanno nel bosco, una donna giovane e bella, un marito aristocratico ma invalido, un guardiacaccia solitario e introverso: sono questi gli ingredienti essenziali di quella miscela esplosiva che fu, per il pubblico di lettori degli anni '30, l’ultimo romanzo di D. H. Lawrence. Pubblicato nel 1928 a Firenze, in edizione privata, grazie all’intelligenza di uno stampatore del tutto indifferente al contenuto intensamente erotico del testo e per nulla preoccupato di un eventuale scandalo, L’amante di Lady Chatterley andò subito a ruba. Osceno, indecente, vergognoso... tuonarono i benpensanti che lo posero sotto sequestro e, successivamente, sotto processo, disturbati dalle forti scene di sesso che il testo proponeva. "Bello, tenero, fragile" lo definì il suo autore che lo difese appassionatamente, convinto nel profondo della purezza dell’eros e dell’innocenza del corpo dell’uomo e della donna. Nell’amore che scoppia improvviso tra il guardacaccia e la nobildonna, così tenero e potente da infrangere barriere sociali, culturali e linguistiche, si condensa infatti tutta la forza ideologica di questo grandissimo scrittore così discusso che, nel narrare e nell'enfatizzare la nascita di una nuova consapevolezza fallica, denuncia provocatoriamente l’impoverimento e la disintegrazione del sesso "bianco": quello moderno, borghese, freddo ed esangue. Mai, prima di allora, un innamoramento era stato descritto in modo così audace e intrigante, così totale e struggente.

Autore

 (1885-1930) nasce in un villaggio minerario del Nottinghamshire, e inizia da giovanissimo a scrivere poesie e racconti. Nel 1911 pubblica il primo romanzo, Il pavone bianco, a cui seguiranno, tra i più famosi, Figli e amanti, L’arcobaleno, Donne innamorate, La ragazza perduta, Il serpente piumato, e naturalmente L’amante di Lady Chatterley che, pubblicato nel 1928 a Firenze in edizione privata, fu subito sequestrato e accusato di oscenità in uno dei più incredibili e accaniti casi di censura, che si concluse solo nel 1960 con il verdetto di “non colpevolezza” e la prima pubblicazione in Inghilterra. Ricca anche la produzione di testi poetici, racconti, scritti di viaggio e saggi di argomento letterario, artistico, antropologico e psicoanalitico. Da sempre irrequieto e insofferente delle convenzioni, sempre più spaesato in una Inghilterra perbenista in cui non si riconosce, conduce una vita da esule (viaggia in Italia, Australia, Messico e Nuovo Messico) alla ricerca, sempre insoddisfatta, di spazi non toccati da una costrizione sociale che mortifica e spegne l’essere umano.