Vero cult book che in Germania ha venduto più di sei milioni di copie e che ha dato alla Droste la fama della più grande scrittrice dell’Ottocento tedesco, Il faggio degli ebrei ha il fascino di un moderno giallo con tutti i più sottili artifici per catturare, coinvolgere e poi lasciare solo il lettore nella ricerca del colpevole e nella ricostruzione dei fatti narrati.Il racconto, che intreccia dati sociali e ambientali a temi magici e mitici della tradizione popolare, riflessi di antiche credenze religiose a un crescente fatalismo tragico, muove dalla decadenza morale e materiale del giovane Friedrich Mergel che viene trascinato ineluttabilmente al male da uno zio dai tratti demoniaci. Ma esso va ben oltre la vicenda di miseria, di omertà e di furti dettati dal bisogno e dalle disparità sociali, per incentrarsi tutto sull’omicidio dell’ebreo Aaron, sulle motivazioni complesse del gesto assassino, e soprattutto sulla condanna che, dopo ventotto anni, attende implacabile il colpevole nello stesso luogo del delitto. Ed è proprio l’albero, il grande faggio che dà il titolo al racconto, il simbolo forte del male e, insieme, della giustizia che sa aspettare a lungo il momento della verità. Ma quale verità e quale giustizia, proprio all’alba della rivoluzione francese?