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Il libro degli Epodi

Il libro degli Epodi

a cura di , traduzione di
3° ed.
978-88-317-6673-9
L’amore e il convito, l’impegno civile e la riflessione politica, l’irruenza e la follia della giovinezza

Orazio li chiamava i «veloci giambi», questi versi dettati dall’irruenza e dalla follia della giovinezza; e senza dubbio si riflette in essi l’aggressività programmatica della poesia giambica che aveva il suo ispiratore e il suo modello nel poeta greco Archiloco. Ma i temi e i registri stilistici di Orazio sono i più variati: accanto all’invettiva contro i personaggi tipici, come l’usuraio e l’arricchito, contro maghe e matrone invecchiate nel corpo ma non nei desideri, c’è il tema dell’amore e del convito, c’è l’impegno civile e la riflessione sulla società politica. Diciassette componimenti scritti nel decennio fra il 40 e il 30 a.C., dai venticinque ai trentacinque anni, nei quali, dietro il giovanile scontro con la realtà, già si intravede il senso della misura dell’Orazio a noi più noto. Da sempre legati, per consuetudine editoriale, alle celebri Odi, gli Epodi vengono riproposti nella loro autonomia di opera particolarissima nella produzione oraziana e nell’intera letteratura latina. La traduzione poetica di Fernando Bandini ne coglie pienamente la vivacità, il ritmo, le sfumature, le variazioni di tonalità.

Il più grande poeta lirico della latinità nasce a Venosa (provincia di Potenza) nel 65 a.C. Studia a Roma e ad Atene. Milita nell’esercito di Bruto con il grado di tribuno. Dopo la sconfitta di Filippi e l’amnistia concessa ai collaboratori dei cesaricidi, rientra a Roma. Gode della protezione di Mecenate e diventa il poeta ufficiale dell’impero augusteo. Muore a Roma nell’8 d.C. Le sue opere: Epodi, Epistole, Satire, Odi.

Fernando Bandini ha insegnato stilistica e metrica italiana all’Università di Padova. Poeta, ha pubblicato le raccolte Memorie del futuro e La mantide e la città nella collana mondadoriana «Lo specchio», nonché Santi di dicembre e Dietro i cancelli e altrove per la collana di poesia di Garzanti. Poeta anche in lingua latina, ha vinto più volte il premio dell’Accademia Reale di Amsterdam e quello della Fondazione Latinitas. È presidente dell’Accademia Olimpica di Vicenza.

Alberto Cavarzere insegna letteratura latina all’Università di Verona. Ha pubblicato l’edizione commentata dell’epistolario di Marco Celio Rufo (Brescia 1982) e della Mosella di Ausonio (Amsterdam
2003). Si è occupato inoltre di lirica oraziana (Sul limitare. Il «motto» e la poesia di Orazio,
Bologna 1996) e di oratoria (Oratoria a Roma. Storia di un genere pragmatico, Roma 2000).
Per la Letteratura universale Marsilio ha curato: Cicerone, In difesa di Marco Celio (Venezia 2004).

Autore

, sulla cui biografia è egli stesso a informarci in molti luoghi delle sue opere, nasce a Venosa nel 65 a.C. da un padre di condizione modesta, ma che riesce ad assicurargli una finissima istruzione, prima a Roma e poi ad Atene. Qui, unendosi a vari giovani dell'aristocrazia romana, segue, dopo l'uccisione di Giulio Cesare, la parte dei repubblicani. Combatte a Filippi con un importante ruolo di comando e, dopo la definitiva sconfitta, rientra a Roma, dove, grazie all'amicizia di Virgilio e, soprattutto, di Mecenate, viene gradualmente reintegrato nella vita civile. Autore piuttosto vario per forme e contenuti, scrive le Satire, gli Epodi, i Carmina, il Carme secolare, le Epistole e l'Ars poetica. Muore nell'8 a.C., poco tempo dopo il suo grande amico Mecenate.