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Scrivere per Hollywood

Scrivere per Hollywood

Ben Hecht e la sceneggiatura nel cinema americano classico

pp. 288, con 8 ill. b/n, 1° ed.
978-88-317-1108-1
Nel corso della sua multiforme carriera, Ben Hecht (1894-1964) si è misurato con l'arte della parola in ogni forma possibile nel suo tempo. È stato reporter, romanziere, commediografo, polemista, propagandista politico, ghostwriter (niente meno che di Marilyn Monroe), autore radiofonico, oltre che regista e produttore cinematografico indipendente, e conduttore televisivo. Ma se non avesse scritto anche per il cinema, difficilmente si sarebbe ricavato uno spazio negli annali della cultura americana del xx secolo. Tra le sue tante attività, Hecht è stato lo sceneggiatore dell'età dell'oro di Hollywood, affiancando i registi e i produttori più importanti, da Sternberg a Hitchcock, da Hawks a Preminger, da Selznick a Zanuck, per i quali ha firmato una cinquantina di copioni (cui vanno aggiunte almeno altrettante collaborazioni non accreditate), tra cui alcuni capolavori assoluti, quali Scarface (1932) e Notorious (1946). Usando l'opera di Hecht come caso esemplare, questo libro analizza, più in generale, i diversi aspetti del mestiere dello sceneggiatore nel quadro della Hollywood classica: la posizione all'interno dell'organizzazione produttiva, le modalità di lavoro, la concezione del cinema e del proprio ruolo, il rapporto con la politica, le forme della scrittura e il problema della possibilità di sviluppare uno stile personale, riconoscibile come tale, in un'industria che per sua natura tendeva all'omologazione.

Autore

insegna Storia del cinema all'Università di Torino. È stato visiting professor all'Università di Chicago. Si occupa in prevalenza di cinema americano, del rapporto tra cinema e storia, e di cinema di animazione. Tra le sue pubblicazioni: Il disegno armato. Cinema di animazione e propaganda bellica in Nord America e Gran Bretagna, 1914-1945 (2000); Cinema e guerra. Il film, la Grande Guerra e l'immaginario bellico del Novecento (2001); e, con Giulia Carluccio, Il cinema americano classico (2006). Ha anche firmato alcune sceneggiature cinematografiche (I nostri anni, 2000; Nemmeno il destino, 2004; Ruggine, 2011) e un romanzo (L'arte di uccidere un uomo, 2009).