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Plon-Plon il principe Napoleone

Plon-Plon il principe Napoleone

Il libertino sposo di Clotilde di Savoia per l'Italia libera

pp. 160, 1° ed.
978-88-317-1089-3
Il principe Napoleone, ribattezzato Plon-Plon in famiglia e anche popolarmente riconosciuto con questo curioso soprannome, è personaggio di rilievo nel quadro storico-politico del nostro Risorgimento nazionale. Uomo colto, intelligente e ottimo oratore svolse per l'indipendenza d'Italia un ruolo determinante specie nelle fasi più difficili e complicate della "seconda guerra" risorgimentale e dei suoi immediati e imprevisti sviluppi. Questa biografia mira a restituirgli la dimensione reale della costante partecipazione al nostro movimento unitario, a cominciare dall'obbedienza alla volontà del suo potente cugino Napoleone iii di contrarre matrimonio con Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele ii, condizione imposta per provocare lo scoppio della guerra tra Francia e Piemonte contro l'Austria. Durante la guerra e nelle fasi successive Plon-Plon si trovò alternativamente con e contro Cavour, con e contro il cugino imperatore, d'intesa o non con il re-suocero Vittorio Emanuele. Insistette nel battersi per il "principio di nazionalità", annunciato ma messo poi da parte da Napoleone iii, contro i tre imperi, l'asburgico, lo zarista, l'ottomano. Punto fermo dopo l'impresa garibaldina fu quello di raccomandare ai governanti italiani di non piemontiser la penisola, in considerazione delle diverse storie e tradizioni regionali. Personaggio dunque originale e diverso in Francia e in Italia, spesso inviso per i non simpatici tratti caratteriali e per l'ostentato libertinaggio. Nonostante la separazione definitiva con la piissima Clotilde e il rovesciamento delle alleanze del nuovo Stato, bloccato sulla "Triplice" e non più amico della Francia, Plon-Plon considerò l'Italia la sua seconda patria, stabilendosi a Roma sino alla fine dei suoi giorni. Agli accennati riferimenti o ad alcune tormentate vicende politiche e private del principe Napoleone, Plon-Plon, può far seguito la lettura di questo testo modulato in forma narrativa e costruito sulla base di una rigorosa e puntualmente citata documentazione.

Autore

, marchigiano di Fano trasferitosi a Roma, è stato insegnante di ruolo nelle scuole medie superiori, amministratore comunale e provinciale, operatore culturale e giornalista. Come saggista esordì con la Storia popolare dell'Italia contemporanea (1861-1922) in quattro volumi nella collana di divulgazione «Io so/Tu sai» (Cappelli) da lui stesso ideata e diretta. Per l'editore Bompiani seguirono nel 1972 Il '22. L'anno più nero e nel 1974 Giacomo Matteotti. Una vita per il socialismo, giunto alla quarta edizione, che ebbe posto nella cinquina finale del premio Viareggio per la saggistica e l'assegnazione della "Targa d'oro" all'Acqui-Storia. All'autore il libro sul martire antifascista valse la partecipazione, nel 1975, al "Matteotti International Symposium" presso la Columbia University di New York. Con articoli su «Tempo Presente», organo della Fondazione Matteotti, e in programmi culturali della rai-tv, l'autore continuò a trattare del socialismo riformista elaborando (per Guanda) studi su Turati (1982) e Treves (1983) e una biografia su Saragat (eri-rai 1991). A cura della fondazione Matteotti ha pubblicato Turati, Treves, Matteotti (ed. Ulisse 2005). Più recentemente si è occupato del nostro Risorgimento e specificatamente della Repubblica Romana del 1849 in Ciceruacchio, capopopolo di Roma (Newton Compton 1995) e in Carlo Bonaparte principe di Canino (Gangemi 1999).